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La cooperativa

LA COOPERATIVA (cenni storici)


Lo sviluppo della cooperazione è andato sin dalle origini di pari passo con la crescita economica, sociale e culturale dei soci cooperatori e di tutti gli individui coinvolti.

Ci furono tentativi di realizzare concretamente queste nuove società con la creazione di colonie, soprattutto nei nuovi territori americani.

Agricoltori inglesi avviarono un mulino cooperativo già nel 1760 e nel 1815, sempre in Inghilterra, sorse un forno cooperativo.

Una prima cooperativa di produzione che pubblicava il giornale cooperativo " L'Europeo ", sorse in Francia nel 1831.

Gli anni successivi furono pieni di nuove iniziative di cooperazione, in particolare in Germania, dopo il 1848, nacquero le Banche Popolari e le Casse Rurali, con lo scopo di far accedere al credito artigiani e contadini attraverso la raccolta dei risparmi, e, in Francia, furono istituiti gli Ateliers Nationaux, un tentativo di avviare esperienze di produzione controllate dai produttori. La prima vera cooperativa nacque nel 1844 a Rochdale, sobborgo di Manchester, in Inghilterra, per iniziativa di un gruppo di operai tessili che già allora diedero vita ad uno statuto, espressione degli obiettivi cooperativi, le cui finalità di fondo ancora oggi sono un punto di riferimento per milioni di cooperatori in tutto il mondo.

Non si possono trascurare gli sforzi e il contributo fornito dalle associazioni dei lavoratori del periodo pre-industriale alla formazione delle " corporazioni " ( di arte o di mestiere ): queste difendevano il costo del lavoro e garantivano un'assistenza materiale e spirituale, arrivando perfino nei Comuni italiani a garantire una partecipazione attiva alla vita politica della comunità.

Tuttavia, la corporazione era un'associazione chiusa, mirante a garantire la tranquillità economico - sociale dei membri, a danno degli altri.

La rivoluzione industriale è generalmente ritenuta il punto di partenza concreto delle ispirazioni che hanno favorito l'espansione del fenomeno cooperativo in senso moderno e pienamente compiuto: con l'avvento della rivoluzione industriale furono abbattute molte barriere, gli opifici diedero lavoro alla gente affluita nelle città dai villaggi.

Tuttavia, il venir meno delle corporazioni, l'instaurarsi di queste nuove tendenze, così come il diffondersi della libera concorrenza, giovarono essenzialmente alle classi abbienti e al ceto medio, mentre le classi lavoratrici si trovarono private di quei rapporti solidaristici che, pur non avendo mai garantito un vero benessere, avevano consentito un quieto vivere alla maggior parte degli artigiani e dei loro " aiutanti ".

Così la rivoluzione industriale sembrò essere la causa che portò alla rovina numerosi artigiani, costrinse a lavori sempre più massacranti.

Ed è allora che uomini di cultura realizzarono associazioni volontarie e i lavoratori più istruiti e coraggiosi costituirono società operaie o società di mutuo soccorso, che prevedevano il versamento settimanale di un contributo da cui poi gli associati avevano diritto ad una assistenza reciproca, mutua, in caso di malattia, infortuni o morte.

a queste esperienze derivarono le prime forme di cooperazione, come ad esempio le cooperative di consumo, per procurarsi gli alimenti essenziali di qualità e a prezzi contenuti.

Nella prima metà del XIX secolo dunque nasce l'idea di un'economia cooperativa, grazie anche alle proposte dei socialisti utopisti miranti a rendere accessibile anche ai lavoratori l'acquisizione dei mezzi di produzione, nel pieno rispetto di quei principi di legalità sui quali si fonda l'economia di mercato, ed infine attorno alla metà del secolo l'esperienza cooperativa acquistò la propria forma moderna e si diede i principi che sono ancora oggi rispettati.

I vari governi italiani, fino alla metà del 1800, non hanno mai appoggiato particolarmente i progetti cooperativi ed anzi a volte emersero atteggiamenti perfino avversi.

Le prime esperienze cooperative ebbero inizio con un decennio di ritardo rispetto all'Inghilterra e trovarono sviluppo soprattutto nel nord, dove operavano le Società Operaie e le Società di Mutuo Soccorso.

Dopo la promulgazione dello Statuto Albertino, la Società degli Operai di Torino apre la prima cooperativa italiana nel 1854 chiamata il "Magazzino di Previdenza", per arrestare gli effetti di una grave carestia agricola ed il conseguente rincaro dei prezzi.

Nel 1856 verrà costituita la prima cooperativa italiana di produzione e lavoro, l'Associazione artistico vetraria di Altare di Savona.

Altre iniziative interessanti nacquero a Firenze grazie all'attività di alcuni nobili e borghesi illuminati nel 1863 con la Società Cooperativa di Consumo per il Popolo e ancora, due anni dopo, a Como, dove nacque la prima cooperativa italiana con uno statuto modellato sui principi di Rochdale.

Negli anni successivi le iniziative si moltiplicarono ma solo nel 1893 tale fenomeno si concretizzò nella Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue.


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